Le piattaforme che usi per la tua comunicazione sono contenitori vuoti, nient’altro che scatole vuote che aspettano di essere riempite con i tuoi contenuti.
Sono proprio i contenuti che produci, il modo in cui vengono divulgati, il valore, o meno, che generano, a fare di te un professionista seguito, riconosciuto ed ascoltato.
In campo medico, più di qualsiasi altro settore, la creazione dei contenuti non è sempre facile, in più la regolamentazione dell’ordine impone la massima attenzione quando ci si rivolge al pubblico.
I contenuti, proprio perché trattano argomenti delicati, non devono essere improvvisati, ma ragionati, motivati e devono rendere chi li ha fruiti migliore, più consapevole.
Non tutti i contenuti sono uguali, non tutti stimolano la stessa attenzione e non tutti ti si addicono.
Non puoi obbligarti a creare contenuti che non hanno niente a che vedere con il tuo modo di essere: se non balli nemmeno di fronte allo specchio di casa tua, perché diamine dovresti ostinarti a farlo di fronte ad una telecamera per spiegare l’effetto di una parodontite trascurata?
Non ha senso.
Per questo, prima di creare il piano editoriale, dovresti interrogarti seriamente sul motivo per il quale vuoi creare quei contenuti.
Dovresti poi interrogarti se ciò che stai per pubblicare è davvero utile per l’utente che legge, se risolve un problema, chiarisce un dubbio oppure se ne aggiunge degli altri, se traspare qualcosa di te, del tuo metodo, la tua esperienza in merito al caso che stai trattando.
Strategia, analisi, studio, non dovrebbero mai mancare quando decidi di riempire quei contenitori e sono gli alleati che ti eviteranno di commettere errori grossolani, cadere in banalità comunicative, rivolgerti ad un pubblico non interessato e popolare piattaforme sbagliate.
👋